Una delle più celebri vette dolomitiche. Il giro del monte Pelmo abbraccia per intero questo colosso, nel cuore del Cadore
In breve…
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Lunghezza 16 km
Durata quasi 9 h
Ascesa totale 900 m
Altezza max 2500 m
Altezza min 1770m
Difficoltà Per escursionisti esperti. I numerosi ghiaioni/la lunghezza/i tratti attrezzati richiedono una discreta esperienza e allenamento
Nota vista la lunghezza ed esposizione, è necessario affrontare questo giro con previsioni di bel tempo per l’intera giornata
Quando 29 Luglio 2018
Giro del monte Pelmo
Chiunque abbia affrontato un’escursione tra le Dolomiti venete si sarà sicuramente imbattuto nella sua incredibile mole, tanto da guadagnarsi il nome di Caregon del Padreterno.
Il giro del monte Pelmo è una faticosa escursione ad anello attorno a una vetta dolomitica tra le più belle e celebri.
Forcella Staulanza
Il giro è molto lungo, quindi già alle otto e mezza siamo in partenza da forcella Staulanza (1766m).
Decidiamo di affrontare questo giro in senso antiorario e quindi seguiamo il sentiero 472 che piega verso destra nel bosco.
Dopo una prima ora di tranquilla passeggiata immersi tra gli alberi, il paesaggio si apre in una distesa di pini mughi, e in fondo il Civetta!
Rifugio Venezia
Siamo ancora all’inizio e non c’è troppo tempo per le soste, la distesa di pini mughi si apre in un’ampia prateria ai piedi del Pelmo.
Sempre in leggera salita continuiamo a percorrere il sentiero 472 che porta fino alla nostra prima tappa: il rifugio Venezia (1946m).
Giusto il tempo per bere qualcosa di fresco ed è subito tempo di ripartire!
Finora ci siamo solo scaldati le gambe, il pezzo più tosto inizia adesso.
Da dietro il rifugio inizia il sentiero 480 (o sentiero Flaibani) che si inerpica sul ghiaione.
nb Per una tranquilla escursione di mezza giornata si può arrivare a questo rifugio e tornare per lo stesso sentiero dell’andata.
Sentiero Flaibani
Nonostante non ci siano strapiombi occorre un po’ di attenzione per qualche tratto leggermente franato.
Il ghiaione prosegue poi in un tratto a zigzag in una decisa salita a quella che speravamo essere la forcella ma -ahimè- non lo era. Tocca salire ancora.
Dopo questa prima salita ne inizia una seconda ancora più dura. Si cammina sempre su ghiaione con alternati alcuni tratti attrezzati a ridosso della parete.
Forcella Val d’Arcia
Avanti così continuiamo a salire senza pietà fino a raggiungere la tanto agognata Forcella Val d’Arcia (2476 m).
Il dislivello dal rifugio non era molto, ma la continua salita su ghiaione ha raddoppiato la fatica per arrivarci.
Solo pochi minuti per goderci la splendida vista sull’Antelao e il Cristallo ed è già tempo di ripartire.
Su un ampio ghiaione scendiamo agevolmente in discesa fino a raggiungere una conca con ancora molti resti di un’abbondante nevicata
Deviazione per il 480
Dopo un tratto in leggera discesa arriviamo a un’ampia distesa erbosa, adesso il panorama è rivolto verso le Tofane e le vette ampezzane.
nb Qui si trova un bivio. Noi abbiamo proseguito sul sentiero segnato 480 che fa un giro più esterno per arrivare anche al prossimo rifugio.
La guida cartacea della Tabacco sconsiglia invece questo pezzo (in quanto porta a un canalone ripido e faticoso), consigliando invece di restare sulla sinistra sul sentiero più contiguo al Pelmo.
Rifugio Città di Fiume
In lontananza si vede anche il prossimo rifugio, ancora molto lontano purtroppo.
Superato questo pezzo abbastanza rilassante tocca l’ultima fatica.
Arriviamo a uno stretto canalone da scendere per arrivare al bosco.
Il primo tratto va affrontato con l’aiuto di un cordino e qualche staffa (abbastanza inutili queste visto che sono disposte un po’ a caso).
Affrontato anche questo tratto attrezzato tocca procedere sull’ennesimo ghiaione.
Ora la stanchezza si fa sentire e camminiamo con molta calma, facendo attenzione a ogni passo.
Rientriamo finalmente nel bosco che ci porta al rifugio città di Fiume (1918m).
Giusto qualche foto di rito e riprendiamo il sentiero 472 che in un leggero saliscendi nel bosco (basta ghiaioni per fortuna) ci riporta al punto di partenza.
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